Scendemmo lungo il sentiero, accanto al corpo dell’uomo in nero, ormai fradicio per la grandine notturna, e irrompemmo nel bosco ai piedi della collina. Ci siamo spinti attraverso questi verso la ferrovia senza incontrare un’anima. I boschi al di là del confine non erano che le rovine sfregiate e annerite dei boschi; per la maggior parte gli alberi erano caduti, ma una certa proporzione era ancora in piedi, steli grigi e lugubri, con fogliame marrone scuro invece che verde.

Da parte nostra il fuoco non aveva fatto altro che bruciare gli alberi più vicini; non era riuscito a garantire la sua base. In un posto i boscaioli erano stati al lavoro sabato; alberi, abbattuti e potati di fresco, giacevano in una radura, con mucchi di segatura accanto alla segatrice e al suo motore. Poco distante c’era una capanna provvisoria, deserta. Non c’era un alito di vento stamattina, e tutto era stranamente immobile. Anche gli uccelli tacevano, e mentre ci affrettavamo io e l’artigliere parlavamo sottovoce e ogni tanto ci guardavamo alle spalle. Una o due volte ci siamo fermati ad ascoltare.

Dopo un po’ ci avvicinammo alla strada, e mentre lo facevamo udimmo uno scalpiccio di zoccoli e vedemmo attraverso i tronchi degli alberi tre soldati di cavalleria che cavalcavano lentamente verso Woking. Li abbiamo salutati e si sono fermati mentre ci affrettavamo verso di loro. Erano un tenente e un paio di soldati semplici dell’8° Ussari, con un piedistallo come un teodolite, che l’artigliere mi disse essere un eliografo.

Scendemmo lungo il sentiero, accanto al corpo dell’uomo in nero, ormai fradicio per la grandine notturna, e irrompemmo nel bosco ai piedi della collina. Ci siamo spinti attraverso questi verso la ferrovia senza incontrare un’anima. I boschi al di là del confine non erano che le rovine sfregiate e annerite dei boschi; per la maggior parte gli alberi erano caduti, ma una certa proporzione era ancora in piedi, steli grigi e lugubri, con fogliame marrone scuro invece che verde.

Da parte nostra il fuoco non aveva fatto altro che bruciare gli alberi più vicini; non era riuscito a garantire la sua base. In un posto i boscaioli erano stati al lavoro sabato; alberi, abbattuti e potati di fresco, giacevano in una radura, con mucchi di segatura accanto alla segatrice e al suo motore. Poco distante c’era una capanna provvisoria, deserta. Non c’era un alito di vento stamattina, e tutto era stranamente immobile. Anche gli uccelli tacevano, e mentre ci affrettavamo io e l’artigliere parlavamo sottovoce e ogni tanto ci guardavamo alle spalle. Una o due volte ci siamo fermati ad ascoltare.

Dopo un po’ ci avvicinammo alla strada, e mentre lo facevamo udimmo uno scalpiccio di zoccoli e vedemmo attraverso i tronchi degli alberi tre soldati di cavalleria che cavalcavano lentamente verso Woking. Li abbiamo salutati e si sono fermati mentre ci affrettavamo verso di loro. Erano un tenente e un paio di soldati semplici dell’8° Ussari, con un piedistallo come un teodolite, che l’artigliere mi disse essere un eliografo.